Glifosato nella pasta: facciamo chiarezza

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Redazione Pasta Toscana

 

Glifosato nella pasta

Il glifosato è al centro del mirino: ecco perché non dovrebbero essercene tracce in quello che mangiamo.

In queste settimane la “questione glifosato” è all’ordine del giorno: programmi televisivi, associazioni di consumatori, riviste e portali di settore si occupano di questo prodotto chimico, molto economico ed efficace, le cui tracce si trovano in diversi alimenti, tra cui la pasta.

Uno studio condotto dall’associazione GranoSalus evidenzia la presenza di residui di glifosato nel prodotto alimentare PASTA di alcuni noti brand italiani. Pur non risultando superiore ai limiti di legge, la presenza di tale sostanza può legittimamente indurre a sospettare che vi sia una miscelazione tra grani nazionali e grani esteri dove il trattamento con quest’erbicida è consentito e residuale in quanto tra i vari usi c’è quello alla raccolta per accelerare l’essiccazione.

Ma cosa comporta la presenza di glifosato nei prodotti alimentari? È davvero pericoloso per la nostra salute? Scopriamo insieme in questo articolo.

Il Glifosato: cos’è e a cosa serve

Il glifosato è l’erbicida sistemico più diffuso al livello mondiale, brevettato nel 1974 dalla nota multinazionale nordamericana Monsanto e presente in ben 750 formulati destinati all’agricoltura e al giardinaggio domestico.

Essendo in grado di inibire un enzima fondamentale per il metabolismo della pianta, il glifosato agisce in modo non selettivo, eliminando tutta la vegetazione sulla quale viene impiegato. Oltre che per l’agricoltura, viene usato anche per la lotta alle erbe infestanti in ambiente urbano, per la pulizia di strade e ferrovie, ed è presente in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica.

Inizialmente usato per eliminare le erbe infestanti prima della semina: con la comparsa delle piante geneticamente modificate e quindi resistenti al diserbante, il glifosato ha cominciato ad essere utilizzato anche dopo la semina, nella fase di pre-raccolto, per tenere “puliti i campi” e far maturare in modo uniforme il grano.

Lo stop dell’Italia al glifosato

A novembre 2017 la Commissione Europea ha prorogato per altri 5 anni lautorizzazione al commercio degli erbicidi contenenti glifosato, tra i quali anche il RoundUp.

La proroga è arrivata dopo un lungo braccio di ferro tra posizioni diverse; lItalia ed altri 9 Paesi, tra i quali la Francia, si sono espressi con voto contrario, ma l’approvazione degli altri 18 Stati, tra cui la Germania, è stato determinante.

L’Italia rimane comunque uno dei Paesi europei ad aver adottato una delle posizioni più prudenziali sul glifosato. L’impiego di erbicidi a base di glifosato è infatti vietato dal Decreto del Ministero della Salute del 9 agosto 2016 in varie situazioni:

  • in agricoltura nella fase di pre-raccolta, cioè durante il raccolto e la trebbiatura, quando i prodotti della terra sono ormai prossimi alle nostre tavole;
  • nelle aree frequentate dalla popolazione: parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie;
  • uso non agricolo su suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all80%, nelle aree vulnerabili e nelle zone di rispetto.

Glifosato: è pericoloso per la salute?

Il 20 marzo 2015 la IARC (International Agency for Research on Cancer), Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che fa parte dell’OMS e massima autorità per la ricerca sul cancro, ha classificato il glifosato nel gruppo 2A come “potenziale cancerogeno per luomo” e “cancerogeno per gli animali”.

Le conclusioni, frutto di una ricerca durata tre anni e coordinata da 17 esperti in 11 Paesi, sono state pubblicate nel marzo 2015 su ‘The Lancet Oncology’, rivelando una correlazione tra l’esposizione al glifosato e il linfoma non-Hodgkin.

Il parere dello IARC ha fatto innalzare la percezione della pericolosità del glifosato che, sin dagli ’80, era stato classificato anche come interferente endocrino; negli ultimi anni sono tuttavia emersi una serie di gravi pericoli, non ultimo una ‘forte correlazione con linsorgenza della celiachia’ (studi del MIT, 2013-2014).

Glifosato nella pasta: deriva dalla miscelazione tra grani nazionali ed esteri?

La polemica, sorta in seguito alla pubblicazione dello studio effettuato dell’Associazione GranoSalus, nasce dalla rivelazione della presenza di tracce di glifosato nella pasta di alcuni noti brand italiani.

La presenza di tali sostanze può legittimamente far supporre una miscelazione di grani italiani e extra-comunitari contenenti residui di glifosato.

Ad oggi molti produttori di pasta importano infatti grano dal Canada, per esattezza nella zona tra Manitoba e Alberta dove si estendono 1.500 chilometri di praterie coltivate a grano, dove è legale luso massivo di glifosato e può essere utilizzato in fase di pre-semina per eliminare le erbe infestanti nel terreno ma anche prima del raccolto per accelerare l’essiccazione e aumentare il tenore in proteine.

Si stima che, solo nel 2017, l’Italia abbia importato dal Canada 720 milioni di chili di grano, a fronte dei 4,3 miliardi prodotti nel nostro paese.

L’aspetto più preoccupante della ricerca è il fatto di aver trovato tracce di glifosato anche nei brand che dichiarano di utilizzare il 100% di grano italiano.

Pasta Toscana dice NO al glifosato*

Un marchio, una dichiarazione d’intenti. Il grano utilizzato per produrre Pasta Toscana è ottenuto da una filiera integrata 100% toscana.

Il nostro grano è coltivato e lavorato in Toscana. Così facendo, possiamo assicurare il controllo dell’intero ciclo di produzione, dal seme alla pasta, e la certezza di tracciabilità e trasparenza.

Tracciabilità a portata di mano per tutti i consumatori che, semplicemente scansionando con lo smartphone il QR-code presente sul retro del pacco di pasta, possono risalire alla zona toscana in cui è stato coltivato il grano utilizzato per produrre proprio quella pasta.

Non solo la linea Biologica quindi, fatta con grano coltivato senza l’ausilio di pesticidi, diserbanti e prodotti chimici, ma anche la Pasta Toscana Classica e quella Integrale con Omega 3 sono assolutamente prive di tracce di glifosato*.

* Senza residui di glifosato. Analisi presso laboratorio Neotron SpA - Modena metodo 01(S153) Rev.5 2017 – LC MS/MS

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